Bavaglio alla rete o una bufala ?

Come tutti ormai sapranno il governo ha ottenuto la fiducia sul disegno di legge che modifica il regime delle intercettazioni telefoniche rendendole, di fatto, più ardue. Insieme a questo provvedimento è stata inserita una norma che riguarda ormai tutti i bloger.
L'articolo 1 del comma 28 riguardante la legge sulle intercettazioni si estende ai bloger con la procedura di rettifica delle " informazioni non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti fino ad ora applicate solo ai mezzi di comunicazione tradizionali." Il testo aprovato dalla magioranza introduce l'obbligo di rettifica entro 48 ore pena una multa che varia tra i 15 e i 25 milioni delle vecchie lire.
Con questa rettifica vogliono estendere il controllo o bavaglio che dir si voglia, a tutte le notizie in generale comprese quelle dei bloger, che come me, scrivono per hobby e non per lucro.
Ma delle buone notizie già circolano per internet. Questa l'ho pescata dal sito repubblica che dovrebbe sbollire gli animi di tutti i bloger, mio compreso:
.....da giorni e settimane, veniamo spammati dal falso allarme del “bavaglio” a internet che proverrebbe dall’approvazione dello “emendamento D’Alia” nell’ambito del decreto sicurezza. Qui si è invano tentato, già parecchi giorni fa, di dire che si tratta di un errore. Perché l’emendamento D’Alia, che prevedeva gravi sanzioni per una serie di comportamenti di rete, era stato sì approvato al Senato, ma in seguito cancellato da un voto “bipartisan” alla Camera. Come confermato direttamente all’autore di questo blog da deputati dei due principali gruppi parlamentari.
E invece no. L’appello del frate cappuccino circola, passa da un’agenzia e grazie a qualche automatismo perfido si guadagna perfino la presenza sui giornali on line, sulla Stampa si indigna Giacomo Galeazzi. E, com’è a questo punto ovvio, spopola sugli agggregatori. Con richiami a testi parlamentari che sono stati superati dai fatti e ad appelli su facebook i cui autori non si sono preoccupati di documentare il “cessato allarme”. E allora ecco il testo integrale del decreto sicurezza così come è stato approvato. E speriamo che questa volta ci se ne faccia una ragione: andate all’articolo 60, che era quello che recepiva l’emendamento D’Alia, e vedrete che accanto ai diversi paragrafi, nella colonna di destra c’è scritto per 5 volte di seguito e per tutto l’articolo: soppresso.
Il bello - e il tragico - di questa vicenda è che non solo coincide con un momento drammatico per la libertà di espressione, che la rete sta ignorando alla grande, ma realizza un effetto di “al lupo al lupo”, che renderà impossibile poi l’informazione corretta quando i disegni di legge realmente censori della rete, che alcuni esponenti della maggioranza hanno nel cassetto, arriveranno in discussione in parlamento.
Coraggio, cari blogger e utenti di Facebook, con la stessa puntualità con la quale avete riportato l’allarme, ora si dissemini la correzione di questa notizia falsa. Devo un ringraziamento ad Alessandro D’Amato che ne ha scritto nelle prime ore di stamattina e ad Alessandro Gilioli che ha già raccolto il mio appello a realizzare informazione corretta su questo punto.
Io ho provato a leggermi il testo integrale ma non ho trovato nulla. Provateci voi, io ci rinuncio.